"La tela di Penelope - la sorte come artefice dei cambiamenti" 22.11. 2015 Workshop a Cerv
La tela di Penelope è un progetto di pittura collettiva che terrò domani a Cerveteri per l'associazione "Salotto Rosa" dalle ore 16,00 in poi, si dipingerà insieme su una grande tela.
Personaggi ed elementi della storia:
Ulisse l’eroe coraggioso e astuto, il re che si occupa della politica e della difesa della patria, il padre, il marito della sua sposa amata. La violenza della sorte lo trasforma nell’eroe sconfitto il re dei naufraghi, l’uomo alla deriva che non sa più trovare la via di casa, debole preda dei sensi, il tormentato dai sensi di colpa per gli abbandoni e le vite sacrificate al proprio ego.
Penelope il femminile nella sua completezza (la regina, la sposa dell’eroe, la madre di suo figlio, la compagna fedele, colei che mantiene il patrimonio familiare e che la sorte trasforma, nella moglie abbandonata, la moglie tradita, la madre preoccupata, la preda del maschile perverso, la sessualità non vissuta, l’attesa disperante e il rimpianto per lo spreco delle proprie energie.
I proci pseudo-principi, figure minori e di scarso valore che la sorte trasforma in uomini che colgono l’occasione per depredare, sciacalli che mangiando alla mensa dei leoni pensano di esserlo anche loro, ma i leoni restano leoni e le iene iene.
Telemaco il figlio che è il futuro di una dinastia e che aspetta e spera nel riscatto del padre, così anch’ egli sarà riscattato e troverà la sua identità, in caso contrario sarà l’ombra di se stesso e il rifugio di sua madre per la quale si sentirà responsabile e compagno.
La violenza è nella sorte così come nella malattia e rappresenta la realtà. E’ il nostro opporci ad essa che distrugge le illusioni e le aspettative delle costruzioni della nostra mente.
La creatività è nell’azione e nella mutazione, nell’accettazione della realtà e nell’abbandono all’essenza del presente.
La tela rappresenta la creatività in quanto tale, come azione in se e per se e non come produzione di un’opera.
Indica la strada per la libertà in contrasto all’abuso e alla condizione di negazione del femminile, il disfare la tela durante la notte rappresenta l’essenza della creazione analoga alla natura “la bellezza perfetta nella sua imperfezione” l’opportunità futura della creazione che si concretizza nel disfacimento. L’elemento ombra che svela la luce.
Questo alternarsi di creazione e disfacimento diventa il punto focale da cui partire e rappresenta nella creatività femminile quella meravigliosa forma di mutazione e metamorfosi continua che genera e distrugge e che appartiene alla natura interpretata come “grande madre”, che nei continui cicli del divenire sperimenta se stessa in innumerevoli forme e “non forme”.
L’esercizio sarà fare e disfare le forme che si creano. Ognuno fa e disfa il suo lavoro. Viene dato un tempo nel quale fare insieme l’opera che verrà fotografata e poi disfatta dipingendoci sopra nuovamente. Ogniuno deve fare e disfare esclusivamente il proprio lavoro (perchè è più facile distruggere il lavoro degli altri piuttosto che il proprio) e il coraggio di farlo anche quando ci sembra perfetto ci darà la capacità di abbandonare la perfezione per l’ignoto. La realizzazione e l’estetica per il concetto stesso di creazione che ci rende libere, libere anche da noi stesse e dalla percezione che abbiamo di noi.