La dama di Shalott
Tutto ha inizio nel 1848, quando un gruppo di giovani armati di ideali e senso critico si ritrova a discutere dell’avvenire, di arte, di società. Loro sono John Everett Millais, William Holman Hunt e Dante Gabriel Rossetti. Hanno dai 19 ai 23 anni, e intendono riformare radicalmente la pittura e la scultura vittoriana del loro Paese, monopolizzata dalla Royal Academy, tradizionalista e ispirata ai modelli rinascimentali di michelangelo e Raffaello, dando vita alla "Confraternita dei Preraffaelliti".
Le ispirazioni di Hunt, Rossetti e Millais sono, in effetti, assolutamente anticonvenzionali.
I maestri a cui guardare non sono più i rinascimentali, ma i puri e onesti medievali – da qui deriva il nome Preraffaeliti, cioè ammiratori di tutto ciò che viene prima di Raffaello, mentre la definizione “confraternita” serviva a dare un certo tono elitario ed esclusivo.
Da Vinci, Van Eyck, Beato Angelico, Duccio di Buoninsegna erano modelli tradizionali da cui partire, ma l’influenza maggiore sarà senza dubbio quella di un intellettuale dell’epoca, John Ruskin, con il suo Modern Painters (Pittori Moderni). Qui l’autore esorta gli artisti ad “andare incontro alla natura con tutta la franchezza del loro cuore… non respingere niente, non scegliere niente, e non disprezzare niente“.
I soggetti che faranno la fortuna dei Preraffaeliti sono quelli influenzati da un certo spirito romantico, ovvero i temi shakespeariani e medievali, che incontravano maggiormente il gusto di borghesi e nuovi ricchi: in questo modo gli artisti potevano trovare opportunità di mercato e far sopravvivere la confraternita. Vennero illustrate le opere più famose di Shakespeare, in particolare gli episodi più struggenti e commoventi, come il suicidio di Ofelia nell’Amleto, o anche Macbeth, Re Lear, e la commedia La dodicesima notte (cfr. La Notte dei Re di Walter Howell Deverell).
Fra i più famosi temi a sfondo medievale, è d’obbligo citare La dama di Shalott, leggenda italiana che ispirò il poeta laureato Lord Alfred Tennyson (1809 – 1892) e fu prediletta da John William Waterhouse, che ci regalò questo splendido quadro.